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Prima della recente svolta autoritaria, è stato il golpe militare del 1980 a costituire lo spartiacque che ha mutato il volto della Turchia contemporanea, introducendo una società dei consumi, depoliticizzando le nuove generazioni e smantellando le organizzazioni studentesche e rivoluzionarie attraverso incarcerazioni e torture. Sulla base di una etnografi a condotta a Istanbul, il volume esplora la trasmissione intergenerazionale della memoria di violenza politica tra gli ex militanti degli anni Settanta, le loro famiglie e i giovani attivisti della Sinistra turca. Questo percorso diviene l'occasione per ricostruire i mutamenti che hanno portato la Turchia a riscoprire i suoi passati dolorosi, indagando la costruzione della marginalità pubblica, la circolarità tra forme pubbliche e private del ricordare, i processi sociali che impediscono di "sentire" il dolore degli "altri" e le fratture generazionali attorno all'esperienza del politico, condensate nelle proteste di Gezi Park del 2013. Il volume mostra come, anche in un contesto repressivo, le dinamiche della memoria non possano circoscriversi al ricordare o al dimenticare, ma chiamino in causa una pluralità di filtri morali e politici.